Non comprare un centralino per la "Transizione 5.0" prima di leggere questo

Non comprare un centralino per la "Transizione 5.0" prima di leggere questo

November 26, 202510 min read

Di Gabriele Proni (CTO Voxloud) e Ing. Mattia Dimitri (Certificatore 4.0 ed Esperto Transizione 5.0)

Qualche giorno fa, scorrendo LinkedIn, mi sono imbattuto in una comunicazione che mi ha fatto alzare un sopracciglio.

Una giovane azienda italiana che vende centralini in cloud abbinati ad un CRM prometteva ai propri clienti di "digitalizzare l'azienda e accedere fino al 45% di credito d'imposta con il piano Transizione 5.0". Il messaggio era chiaro: compri il nostro centralino+CRM, ti aiutiamo con la pratica, e recuperi quasi la metà dell'investimento grazie agli incentivi statali.

Suonava troppo bello per essere vero. E infatti lo era.

Come CTO di Voxloud - la prima azienda a portare in Italia l'innovazione dei centralini in cloud - vendo un servizio molto simile. Eppure non ho mai proposto ai nostri clienti di accedere alla Transizione 5.0 per l'acquisto del nostro centralino. Perché?

Ho deciso di fare una cosa semplice: chiamare un esperto. Non uno qualunque, ma l'Ing. Mattia Dimitri, certificatore per l'Industria 4.0 ed esperto per la transizione 5.0, e chiedergli di spiegarmi - in modo chiaro e senza giri di parole - se davvero un'azienda può accedere a questi incentivi comprando un centralino in cloud.

Quello che è emerso da questa consulenza ha confermato i miei sospetti: quella comunicazione è fuorviante, e rischia di far perdere tempo e denaro a decine di imprenditori.

Ecco cosa abbiamo scoperto.

La promessa: "Compra il centralino e accedi al 45% di credito d'imposta col piano transizione 5.0"

La comunicazione che ho visto prometteva sostanzialmente questo:

  • Sostituisci il tuo vecchio centralino con una soluzione cloud che integra CRM, agenda, gestione attività

  • Aggiungi funzionalità di AI che risponde al posto tuo H24

  • Presenta (o fai presentare a qualcuno in tua vece) la domanda per il piano Transizione 5.0

  • Recupera fino al 45% dell'investimento come credito d'imposta

Tutto molto lineare. Tutto molto attraente.

Il problema? È molto difficile che funzioni davvero.

E non lo dico io - che pur avrei tutto l'interesse a proporvi lo stesso servizio - ma un ingegnere certificatore che lavora quotidianamente con queste pratiche. Lascio la parola all’Ing. Mattia Dimitri.

A cura dell'Ing. Mattia Dimitri

Cosa significa davvero "Transizione 5.0"

Per capire perché quella promessa non regge, dobbiamo fare un passo indietro e capire come funzionano gli incentivi 4.0 e 5.0.

Prima la 4.0, poi (forse) la 5.0

La prima regola è questa: l’azienda non può accedere alla Transizione 5.0 se l’investimento non è prima agevolabile per l'Industria 4.0.

In altre parole: la 5.0 non è un'agevolazione che si dimentica della 4.0. È un "bonus" che si raggiunge avendo soddisfatto dapprima i requisiti dell’industria 4.0, e se si dimostra che l'investimento porta anche a un risparmio energetico misurabile.

Quindi la prima domanda diventa: un centralino in cloud + CRM è agevolabile 4.0?

I software non sono facilmente agevolabili da soli, è infatti necessario dimostrare che abbiano una interconnessione strutturata con il sistema produttivo.

Dal 2025 inoltre i software non sono agevolabili stand-alone per la 4.0. Punto.

Ora, un centralino in cloud potrebbe teoricamente rientrare nella categoria dei "software di comunicazione e condivisione di dati e informazioni". Questa categoria esiste nell'Allegato B della normativa 4.0.

Qui trovi la tabella dell'Allegato B della normativa 4.0.

Ma c'è un grosso "ma".

La certificazione 4.0 prevede un percorso di comprensione profonda di come si integra il bene agevolabile nei suoi processi aziendali.

Anche ammettendo che il centralino rientri nella categoria giusta, accedere alla 4.0 richiede:

  • Una relazione tecnica asseverata che descrive in dettaglio come il software si integra nei processi aziendali

  • Documentazione completa dei protocolli di scambio dati e loro codifica

  • Un sopralluogo in sede da parte dell'ingegnere certificatore

  • Prova dell'interconnessione del sistema con altri strumenti aziendali (CRM, ERP, sensori, ecc.)

  • Costi di certificazione che l'azienda deve sostenere

  • Report e monitoraggio per il mantenimento dei requisiti per gli anni successivi all’ottenimento dell’agevolazione

Non è un modulo da compilare online. È un processo complesso che richiede competenze tecniche specifiche e documentazione dettagliata.

Il vero problema della 5.0: il risparmio energetico del 3%

Ma anche ammettendo che l’azienda riesca a certificare il centralino come bene agevolabile 4.0 - cosa già non banale - per accedere alla 5.0 dovrebbe superare un altro ostacolo: dimostrare un risparmio energetico misurabile e certificato.

Le soglie sono due:

  • 3% di risparmio energetico sull'intero stabilimento produttivo

  • OPPURE 5% di risparmio su un specifico processo

E qui arriva il punto cruciale.

Come fa un centralino in cloud a farti risparmiare energia?

L'ipotesi - quella su cui probabilmente si basano queste comunicazioni - è questa:

"Se sostituisci un rack fisico o un server on-premise con un centralino in cloud, rimuovi un hardware che consuma energia. Quindi hai un risparmio energetico certificabile."

Sembra sensato, vero?

Il problema è che un rack o un server dedicato alla telefonia difficilmente consuma più del 3% dell'energia totale di un'azienda.

Pensa a tutte le altre fonti di consumo in un'impresa media:

  • Illuminazione

  • Climatizzazione

  • Computer dei dipendenti

  • Macchinari produttivi

  • Altri server e sistemi informatici

Il centralino, in questo quadro, è una goccia nel mare.

"Sicuramente per validare questa ipoteso dovrebbe esserci un'analisi energetica dettagliata, punto per punto, della struttura. E non si può fare semplicemente guardando la bolletta."

Per dimostrare il risparmio del 3% non basta fare due calcoli sulla bolletta. Serve:

  • Un frazionamento dei consumi per identificare dove e come vengono consumati i kilowattora

  • Misurazioni punto per punto nella struttura aziendale

  • Documentazione dello scenario "prima" e "dopo" l'investimento

  • Certificazione da parte di un tecnico abilitato

Tutto questo ha un costo - in termini di tempo, denaro e complessità - che va sommato all'investimento iniziale nel centralino.

E alla fine di tutto questo, non hai nessuna garanzia che il risparmio energetico effettivo superi quella soglia del 3% richiesta dalla normativa.

La notizia di oggi: i fondi sono già esauriti

Come se non bastasse, c'è un altro problema.

Il 7 novembre 2025 - proprio oggi mentre scrivo questo articolo - il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo con un titolo che dice tutto: "Transizione 5.0, fondi europei subito esauriti".

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha comunicato che le risorse RePowerEU destinate alla misura sono state completamente assorbite dalle comunicazioni presentate dalle imprese.

Resta la possibilità di presentare nuove domande fino al 31 dicembre 2025, ma senza garanzia di copertura finanziaria. In pratica, puoi presentare la domanda, ma non sai se vedrai mai quei soldi.

E si aspetta ora la nuova legge di bilancio per capire se e come verranno rifinanziati questi incentivi.

A cura di Gabriele Proni, CTO & Co-founder di Voxloud

Perché alcuni fornitori fanno queste promesse?

A questo punto ti starai chiedendo: ma se è così complicato, perché alcune aziende continuano a promettere l'accesso alla 5.0?

Le ragioni possono essere diverse:

  • Conoscenza superficiale della normativa - non tutti si sono presi il tempo di consultare un certificatore e capire davvero i requisiti

  • Strategia commerciale aggressiva - la promessa del "45% di sconto" è un ottimo argomento di vendita

  • Ambiguità normativa - la legge non è sempre cristallina, e c'è spazio per interpretazioni ottimistiche

  • Scommessa sul futuro - alcuni potrebbero puntare sulla nuova legge di bilancio, sperando che semplifichi l'accesso

Il problema è che il rischio lo corre il cliente, non il fornitore.

Se compri un centralino convinto di recuperare il 45% dell'investimento, e poi scopri che:

  • La certificazione 4.0 è più complessa del previsto

  • Il risparmio energetico non raggiunge il 3%

  • I fondi sono esauriti

  • La pratica viene respinta

...be', hai comunque pagato il centralino. E probabilmente anche i costi di consulenza per tentare di accedere agli incentivi.

Cosa potrebbe cambiare nel 2026 (e cosa fare nel frattempo)

C'è una buona notizia in tutto questo.

Secondo quanto mi ha spiegato Mattia, dal prossimo anno la manovra potrebbe andare nella direzione di agevolare anche i beni immateriali stand-alone - soprattutto se hanno al loro interno sistemi di intelligenza artificiale che ottimizzano i processi digitali e sono in grado di monitorare il risparmio energetico.

In altre parole: la nuova legge di bilancio potrebbe finalmente riconoscere il valore dei software come strumenti di digitalizzazione a sé stanti, senza bisogno di hardware associato o dimostrazioni complesse di risparmio energetico.

Ma questa è ancora solo un'ipotesi. La manovra non è definita, le modalità di presentazione non sono note, i vincoli non sono chiari.

Il nostro consiglio: aspetta gennaio

So che può essere frustrante sentirsi dire "aspetta". Soprattutto quando vedi comunicazioni che promettono incentivi immediati e sostanziosi.

Ma come imprenditore, devi chiederti: preferisci agire in fretta su una promessa incerta, o aspettare qualche settimana per avere certezze?

Ecco cosa ti consigliamo di fare:

1.Non impegnarti con fornitori che promettono la 5.0 per il centralino

Se qualcuno ti dice "firma qui e accedi al 45% di credito d'imposta", fai mille domande. Chiedi di vedere casi concreti di aziende che ci sono riuscite. Chiedi chi sarà il certificatore. Chiedi garanzie scritte.

2. Aspetta la nuova legge di bilancio (gennaio 2026)

Tra poche settimane sapremo esattamente quali saranno le nuove regole. Se ci saranno davvero agevolazioni per i software stand-alone, sarà tutto più chiaro e più semplice.

3. Fidati solo di chi ti dice anche i "no"

Un fornitore serio non ti promette la luna se non può dartela. Ti dice quello che può fare, quello che non può fare, e quello che forse si potrà fare in futuro.

4. Se hai davvero bisogno del centralino, compralo comunque

Gli incentivi sono un bonus, non il motivo per cui dovresti digitalizzare la tua azienda. Se hai bisogno di un centralino in cloud perché ti semplifica il lavoro, miglior la comunicazione con i clienti e rende più efficiente il tuo team - compralo. Con o senza agevolazioni.

Il nostro impegno: trasparenza prima di tutto

In Voxloud abbiamo un dato di cui andiamo molto fieri: un tasso di abbandono (churn rate) dell'1,6%.

Per chi non mastica inglese: significa che solo l'1,6% dei nostri clienti decide di lasciarci ogni mese. Nel mondo del software come servizio (SaaS), questo è un numero straordinariamente basso.

Perché te lo racconto?

Perché quel dato non è frutto di un prodotto perfetto (anche se ci stiamo lavorando ogni giorno). È frutto di una promessa che manteniamo: non promettiamo quello che non possiamo dare.

Non ti diciamo che il nostro centralino ti farà risparmiare il 50% sui costi se non è vero. Non ti diciamo che potrai licenziare metà del team grazie all'AI. E non ti diciamo che accederai alla Transizione 5.0 se non siamo certi che tu possa davvero farlo.

Questa trasparenza, alla lunga, paga. I nostri clienti restano con noi perché sanno che non li stiamo prendendo in giro.

Quando diremo "sì" alla 5.0? Quando sarà possibile davvero.

Se e quando la nuova legge di bilancio renderà realmente accessibile la Transizione 5.0 per i centralini in cloud, saremo i primi a dirtelo.

Lavoreremo con esperti e certificatori - come Mattia - per creare un processo chiaro, trasparente, e garantito. Ti diremo esattamente cosa serve, quanto costa, e quali sono le probabilità di successo.

Ma fino ad allora, non ti faremo promesse che non possiamo mantenere.

Conclusione: diffidate delle promesse troppo belle

Se c'è una cosa che dovresti portare a casa da questo articolo è questa:

Quando qualcuno ti promette il 45% di sconto su un investimento che faresti comunque, fai mille domande.

La Transizione 5.0 esiste davvero. Gli incentivi esistono davvero. Il credito d'imposta esiste davvero.

Se un fornitore ti dice che è tutto semplice, veloce, e garantito... probabilmente sta semplificando un po' troppo. Noi non lo facciamo e per questo abbiamo un tasso di abbandono dell'1,6%, incredibilmente basso nel mondo SAAS.

Se vuoi digitalizzare la tua azienda con un centralino in cloud che funziona davvero siamo qui.

Se vuoi aspettare gennaio per capire se ci saranno davvero agevolazioni accessibili - siamo qui.

E se vuoi che qualcuno ti dica la verità, senza promesse irrealistiche - be', adesso sai dove trovarci.

Gabriele Proni
CTO & Co-founder, Voxloud

Ing. Mattia Dimitri
Certificatore Industria 4.0 ed Esperto Transizione 5.0

Questo articolo è stato scritto a novembre 2025, prima dell'approvazione della nuova legge di bilancio. Le informazioni qui contenute potrebbero variare con l'introduzione di nuove normative. Voxloud aggiornerà i propri clienti non appena ci saranno novità ufficiali.

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